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Vera liberta’

15 novembre 1964

di J.G.Bennett

(Estratto)

 Tutte le nostre speranze poggiano sulla possibilità di essere liberi dalle influenze che ci vincolano a questo attuale stato di esistenza. La nostra attuale condizione non corrisponde al vero destino dell’uomo, e tuttavia vi è poco che possiamo fare in merito poiché siamo stati condizionati a vedere ogni cosa “non com’è in realtà”. Questo condizionamento non è del tutto colpa nostra e non è del tutto in nostro potere l’andare oltre ad esso. Se vogliamo divenire esseri liberi dobbiamo essere preparati ad un de-condizionamento all’ingrosso. Oggi voglio richiamare la vostra attenzione soprattutto sul tipo di de-condizionamento che dobbiamo generare volontariamente in noi stessi. Il condizionamento si sviluppa abbastanza facilmente, ma il de-condizionamento è qualcosa di differente, ed il tipo di de-condizionamento di cui abbiamo bisogno non verrà da solo, semplicemente perché siamo costantemente esposti alle stesse influenze condizionanti da cui stiamo cercando di liberarci. Faccio riferimento al condizionamento che ci fa prendere per realtà solo ciò che possiamo vedere e toccare, in altre parole gli oggetti materiali con cui abbiamo a che fare. Questo condizionamento ci fa cercare, e trovare interesse nella supposta sicurezza data dal possesso materiale. Consideriamo tutto questo come se fossimo in contatto con “il mondo reale”.

 […] Quando incominciamo a vedere i limiti di questo mondo materiale ed a cercare qualcosa oltre ad esso, lo facciamo in parte con i nostri pensieri, immaginandoci vi sia un altro mondo, invisibile o spirituale, ed in parte con i nostri sentimenti. Vi può forse anche essere un qualche ricordo e talvolta persino forse un’esperienza presente immediata di un qualcosa di molto diverso, di modo che, sebbene vediamo la stessa cosa, è del tutto differente perché noi siamo differenti. E questo è ciò che descriviamo come divenire consapevoli di una realtà spirituale all’interno di una realtà materiale. Tutto ciò va molto bene, ma non rimane con noi, così che non siamo in grado di vivere la nostra vita con piena accettazione di una realtà che è al di là dei sensi, e di tutto ciò che implica questa accettazione.

 […] Molti di voi hanno indubbiamente osservato che quando si giunge al nostro lavoro, alla ricerca di una realtà in se stessi attraverso al trasformazione della propria natura, si porta in esso questo condizionamento e si pensa a questo cambiamento come a qualcosa di remoto, come a qualcosa di molto distante, qualcosa che per noi come siamo adesso non ha nessun significato. E’ molto difficile arrivare all’idea che sia vicino, che sia immediatamente presente, che sia parte della realtà di cui facciamo esperienza adesso. Pensiamo ad un mondo o a due mondi, ma quando pensiamo ad un mondo lo facciamo come se questo fosse il solo mondo reale. Ciò cui non riusciamo a pensare è un mondo in cui il visibile e l’invisibile siano veramente uno e lo stesso; non separati come la terra ed il cielo, non separati come l’esperienza di ogni giorno e l’estasi dei mistici, ma intimamente sempre collegati l’uno con l’altro.

 […] All’inizio ho detto che avrei parlato di de-condizionamento. Credo sia possibile, impegnandocisi a fondo, di cambiare il nostro modo di pensare circa queste cose. Ad esempio, ricordandoci costantemente che la realtà spirituale è qui e non in un altro posto, che la mia propria realtà spirituale, ovvero il mio vero “Io”, è qui adesso e non in un qualche altro mondo. Ed anche se impiego l’espressione “altro mondo”, questo “altro mondo” non è lontano, non appartiene alla fine del tempo, come le persone sono state abituate a pensare. Non c’è bisogno che moriamo ed andiamo da qualche altra parte per trovarlo. Poiché siamo abituati a pensare che l’altro mondo deve essere “raggiunto” da un qualche tipo di viaggio nello spazio e nel tempo, dobbiamo disabituarci. Ciò avverrà solo se ci ricordiamo spesso di questo nei modi in cui pensiamo, nei modi in cui osserviamo, nel nostro atteggiamento nei confronti di noi stessi, delle persone e delle cose, degli avvenimenti, di ogni cosa. Vi è qui, nel contatto intimo con ciò che siamo in questo momento, un mondo invisibile di cui abbiamo avuto i bagliori, e questi bagliori ci hanno mostrato quanto vicino esso sia. Ciò non significa naturalmente che i livelli più elevati di essere per l’uomo siano facilmente raggiunti, e che la trasformazione sia semplicemente una questione di cambiare atteggiamento. La trasformazione dell’uomo per renderlo un essere che sia veramente libero in relazione ai mondi invisibili, è una cosa molto grande. Non è perché la realtà è differente, ma perché è necessaria una radicale ricostruzione della nostra natura. Questa ricostruzione deve incominciare con l’accettare che è possibile.

 

Copyright

The Estate of JB and Elizabeth Bennett



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